Dopo esserci occupati delle schiave BDSM, qui esploriamo la controparte del rapporto, ovvero il Master BDSM. Si tratta di una figura assai articolata, che è necessario conoscere bene: non sono affatto pochi i pseudo master che si improvvisano tali sulla scia dei fenomeni mediatici.
Sapere tutto su chi è un Master BDSM e come deve essere il suo rapporto con la propria slave, ti aiuterà non solo a conoscere meglio questa figura, ma soprattutto a distinguere un vero Padrone da uno finto. Di seguito, tutti i punti che affronteremo:
Contenuti dell'articolo
Chi è il Master BDSM
Il Master è colui che, all’interno di una relazione di sesso BDSM, ricopre una posizione di dominazione.
È sempre un uomo, ma per il semplice fatto che il corrispondente femminile ha un altro nome: Mistress. Sebbene nell’ambito di queste pratiche erotiche siano contemplati anche gli switch, ovvero coloro che possono assumere (anche all’interno di una stessa sessione) sia il ruolo del sub, che del dom, è rarissimo che un vero Master accetti di sottomettersi.
Differenze fra Master e Padrone
Secondo un certo tipo di letteratura, vi è una sottile distinzione fra Master e Padrone.
Nel primo caso, si intende un rapporto fra due persone dove non c’è alcun tipo di sentimento a tenere banco. Nel secondo caso, invece, fra Padrone e schiava vi è una vera e propria relazione affettiva o amorosa.
C’è da dire che non tutto il mondo BDSM avalla tale differenziazione, ma è bene conoscerla anche per il solo dovere di cronaca. In ogni caso, qui verranno utilizzati entrambi i termini come semplici sinonimi.
Rapporto fra slave e Master BDSM: fasi e caratteristiche
La parte più interessante di questo approfondimento è certamente questa, ovvero la definizione delle fasi e delle caratteristiche che sussistono in un rapporto fra slave e Master BDSM.
Tali specificazioni ci saranno utili per addentrarci nella reale dinamica di questa relazione, ma anche per capire l’importanza fondamentale che riveste la dualità fra dom e sub.
Come vedremo più avanti, il soggetto che non rispecchia in toto le caratteristiche e le prassi del caso, quasi certamente è un falso dom, che vuole solo approfittarsi della situazione. Conoscere bene cosa aspettarsi da un vero Master e cosa, dall’altra parte, fare per essere una perfetta slave, è quindi di assoluta rilevanza.
Consensualità e intesa
Anche se l’immaginario collettivo è alimentato da rapporti dove il Master viene dipinto come un semplice sadico che riversa le proprie fantasie e frustrazioni sulla slave, nella realtà non c’è niente di più sbagliato.
La questione della consensualità rientra in una delle regole universali del BDSM, ovvero nel SSN (Safe, Sane and Consensual – Sicuro, Responsabile e Consensuale).
La consensualità sta alla base di ogni rapporto BDSM, a maggior ragione di quello che si instaura fra un Padrone e una schiava: in quelli più intensi, può essere anche attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
Oltre al consenso fra le parti, è necessario che vi sia intesa.
Fra i due deve sempre esserci una forte intesa, ma anche empatia e complicità: ecco perché le coppie BDSM non nascono dall’oggi al domani, ma solo conoscendosi a fondo.
Sul nostro sito di incontri BDSM è perfetto in tal senso, in quanto consente alla coppia di conoscersi secondo il proprio ritmo, chattando e scambiandosi foto, opinioni, desideri ed esigenze.
È un modo 2.0 di trovare una persona interessata a queste pratiche sessuali, semplice ma soprattutto sicuro: sei sempre tu a decidere se e quando chattare e, poi, quando incontrarsi dal vivo.
Contratto e collarizzazione
Dopo la fase di conoscenza, se scatta la scintilla BDSM, si passa alla definizione delle proprie regole di coppia, prima di procedere con la vera e propria fase di educazione e pratica.
Solitamente, in questa fase si definiscono i limiti su cosa fare e come poterlo fare, si decide anche per una safe word o un safe signal da rispettare.
Ancora, si getteno le basi per capire che tipo di relazione si intende intraprendere e/o sia necessaria per la soddisfazione di entrambi. Spesso, fra le parti si stipula un vero e proprio contratto, verbale o scritto, con all’interno tutti i diritti ed i doveri del caso.
Successivamente, una volta che la coppia di dominatore e sottomessa diventa tale, si svolge quella che è la cerimonia di collarizzazione. In pratica, il Master BDSM mette al collo della propria slave un collare come simbolo della sua sottomissione e dell’obbedienza assoluta.
A volte, il collare può essere sostituito da un anello di O, il cosiddetto Slave Ring. Un accessorio più discreto ma sempre visibile.
Educazione della slave
Questa fase, pur essendo “educativa” per la slave, in realtà risulta fondamentale per capire se si è fatti l’uno per l’altra.
Può succedere, infatti, che una slave necessiti di maggiori attenzioni e/o pratiche strong per eccitarsi davvero e che il Master non riesca a “starle dietro”. Ma può anche accadere il contrario. In ogni caso, durante questa fase, il Padrone istruisce la sua slave su come desidera farsi sedurre, cosa fare per compiacerlo, sia in termini fisici, che mentali, anche anticipandolo.
La istruisce in merito ai giochi che dovrà fare e alle richieste alle quali dovrà sottostare, nonché alla durata di tutto ciò.
Lei, per essere una schiava perfetta, dovrà accontentarlo in tutto, sottomettendosi completamente. Naturalmente, vale la pena ribadirlo, il tutto si svolge nella totale consensualità e nel rispetto reciproco, così da trovare un equilibrio perfetto fra le parti.
Pratiche più comuni
La pratica è la prova del nove per capire quanta affinità c’è fra le parti e se davvero la coppia funziona.
Come sempre quando parliamo di sesso, qui entriamo in un territorio dove le sfumature sono all’ordine del giorno e non esistono pratiche standard.
Di sicuro, fra le più gettonate possiamo menzionare il bondage, l’uso di sexy toy, di accessori ed abiti particolari. Ancora, c’è il feticismo dei piedi, lo spanking, la privazione dell’orgasmo, l’uso di fruste ed altro per dominare la slave.
C’è da dire che non sempre il sesso è contemplato durante una sessione BDSM. Ciò che invece c’è sempre è l’aftercare, ovvero quella fase successiva alla pratica dove il Master si prende cura della propria slave, medicando eventuali ferite, offrendole dell’acqua e così via.
Come riconoscere un vero Master
Spesso capita che molti soggetti si definiscano Master BDSM senza esserlo davvero.
Alcuni lo fanno per cercare di rimorchiare più facilmente, altri per sperimentare cose nuove a casaccio, altri ancora per scaricare le proprie frustrazioni ed il proprio sadismo su di una sottomessa, con la convinzione che “così si fa, tanto lei accetta tutto”.
Personaggi del genere sono fomentati da una visione distorta della realtà e delle dinamiche BDSM: lo stesso personaggio di Mr Grey di 50 Sfumature di Grigio venne aspramente criticato dalla community kinky, perché considerato un sadico e non un vero Padrone. Purtroppo, la scia mediatica è sempre forte, unita alla superficialità di coloro che non comprendono appieno che non si tratta di un gioco, ma di un vero e proprio stile di vita.
Un vero Master BDSM lo si distingue dagli altri fuffaroli perché non ha fretta di concludere, ma vuole conoscere a fondo la propria slave, capire se sono adatti l’uno all’altra.
Dimostra costantemente di essere responsabile della sicurezza della propria schiava, sia a livello fisico, che mentale e non solo durante l’aftercare.
Rispetta i limiti concordati in precedenza e, allorché viene lanciata la safe word o il safe signal, si ferma.
Chi prevarica la propria slave andando fuori dagli accordi, compie un abuso: non è più un gioco di potere, ma una mancanza totale di rispetto dell’altro. E questo il BDSM non lo contempla affatto.